Chi continua a sostenere che Internet è un disincentivo alla lettura sbaglia. In Italia, infatti, sono proprio i nativi digitali, quelli che oggi hanno tra gli 11 e i 17 anni, i lettori più assidui. Prima, nel periodo della scuola elementare, sono chiaramente pochi i bambini che leggono libri interi. Dopo, e questo è assai più interessante, l’abitudine alla lettura cala. Gli adulti, nel nostro paese, sono tra i lettori più pigri.
L’Italia non è un paese di lettori. I dati, prodotti da Istat nell’ambito dell’indagine campionaria «Aspetti della vita quotidiana» svolta nel 2011 assieme a una indagine dedicata alla «Produzione e lettura di libri» su più di 20mila famiglie per un totale di più di 48mila persone lo confermano. Per qualificarsi come lettore, la persona intervistata deve aver letto anche solo un libro nei 12 mesi precedenti.
Meno della metà degli italiani dai 6 anni in su hanno raggiunto questo obiettivo. Purtroppo, questa non è una sorpresa. Quello che invece fa riflettere è che circa 7 milioni di studenti (la popolazione tra gli 11 e i 17 anni, quasi tutti ancora nella scuola dell’obbligo) leggano più dei propri genitori e insegnanti. Insomma, degli adulti di riferimento. Tra i ragazzi, i lettori sono sei su dieci. E se prendiamo in considerazione solo la fascia di età tra gli 11 e i 14 anni, quindi gli studenti di scuola secondaria di primo grado, questa proporzione cresce un po’, e arriva al 62%. L’età terribile, dunque, quella in cui i ragazzi sembrano disinteressati a tutto e sembrano immersi in un mondo proprio, coincide con l’età in cui leggono di più.
Vale la pena ricordare che non si parla di letture collegate alla scuola o al lavoro, non libri scolastici o professionali dunque. Libri letti per piacere, per scelta, nel proprio tempo libero.
La scuola, la famiglia, forse anche gli amici e le reti sociali riescono dunque, proprio in quegli anni, ad appassionare i ragazzi alla lettura. Ma dopo? Dopo, i dati raccontano di un’Italia piuttosto allergica ai libri: meno di un adulto su due, sopra i 35 anni, legge. E tra gli anziani, addirittura, solo uno su quattro. E quindi torniamo alla conclusione da cui siamo partiti: i genitori, gli insegnanti, gli adulti di riferimento leggono, in media, meno dei propri figli e studenti.
È così sempre e dappertutto in Italia? Esistono forti differenze regionali e di genere.
Leggono di più le donne e le ragazze: più di una femmina su due, mentre tra i maschi scendiamo a meno di 4 su 10. E si legge di più al Nord, dove cinque persone su dieci hanno completato un libro nell’ultimo anno mentre a Sud non arriviamo nemmeno a quattro su dieci.
E poi, ma questa non è affatto una sorpresa, si legge di più nelle famiglie dove ci sono più libri. Nove famiglie su dieci, nel nostro paese, hanno libri in casa. Girando questo dato, una famiglia su dieci non ha nessun libro in casa. Ma più della metà ne possiede meno di 100 e solo il 16% va oltre i 200 libri. Se questo dato fosse compensato da un uso intensivo delle biblioteche, potremmo stare tranquilli. Ma siamo pronti a scommettere che non sia così. E non basta avere i libri a portata di mano. La differenza sta tutta nell’abitudine alla lettura in famiglia: rimanendo tra i giovani di 11-14 anni, otto su dieci leggono se lo fanno anche entrambi i genitori. Solo la metà, se i due genitori non leggono affatto.
E legge di più chi studia di più: più alto il grado d’istruzione, maggiore la quota di libri letti nell'ultimo anno. Una ragione in più per lottare in modo efficace contro l'abbandono scolastico che non solo priva i ragazzi del nostro paese di un titolo di studio adeguato a scegliere una professione specializzata ma li allontana anche dalla possibilità di divertirsi, incontrare altri mondi e altre storie, insomma di crescere assieme ai libri.
Certo, fin qui abbiamo parlato di medie. La verità, però, se andiamo a fondo, è che la media non racconta bene come si distribuiscono i lettori nel nostro paese. Meno della metà degli italiani, infatti, ha letto da 1 a 3 libri in un anno. Solo il 15% arriva a leggerne una dozzina, più o meno uno al mese. Nemmeno due persone su dieci. Poche, troppo poche.
Non possiamo dire, e questa ricerca non ci aiuta, perché ci sia così poco amore per i libri in Italia. Ma di una cosa siamo certi: non è certamente colpa di Internet, dato che le persone più connesse e attive in rete, in chat, sui social media sono anche i lettori più accaniti e fedeli. Ricordiamocene la prossima volta che leggiamo un articolo che sostiene il contrario.
Diamo i numeri:
1. Tabella .xls delle percentuali dei lettori italiani per età e genere
2. Tabella .xls delle percentuali di lettori per regione e, sul totale dei lettori, delle percentuali di lettori per numero di libri letti
3. Tabella .xls delle percentuali di libri letti in relazione all'abitudine alla lettura dei genitori
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