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La velocità della luce

La velocità della luce

Disciplina: Fisica Elettromagnetismo 
di Paolo Cavallo, 31 Marzo 2009

Fabio domanda:

Come si è arrivati a scoprire la velocità della luce? E nel futuro si potrà utilizzare tale velocità?

Ecco cosa posso rispondere:

Il linguaggio che usi è ambiguo, probabilmente perché ti mancano ancora alcune nozioni di base. Quanto alla prima parte della tua domanda, immagino che tu voglia chiedere in che modo si è scoperto che la luce si propaga con una velocità finita. L’ipotesi che la luce emessa da una sorgente luminosa si porpaghi con una velocità molto grande, ma non infinita, è tutto sommato naturale. Già Galileo nel Seicento condusse degli esperimenti per mettere in evidenza un ritardo nella trasmissione dei segnali luminosi: ma l’effetto era troppo piccolo perché egli potesse rivelarlo con le tecnologie dell’epoca.
Una prima misura della velocità della luce fu eseguita da Rømer alla fine del Seicento a partire da un problema nell’osservazione dei satelliti di Giove. Già Cassini aveva osservato che l’istante dell’occultamento di alcuni satelliti dietro Giove avveniva in anticipo rispetto ai calcoli quando la Terra si avvicinava a Giove e in ritardo nel caso contrario. Fra il 1671 e il 1677 Rømer riuscì a dimostrare che l’effetto era spiegabile ipotizzando che la luce si propagasse nel vuoto con una velocità che, in unità moderne, risulterebbe di circa 300 000 km al secondo.

Mi riesce più difficile interpretare la tua seconda richiesta. Forse vuoi sapere se è plausibile che un giorno si possa costruire un mezzo di trasporto che possa muoversi alla velocità della luce. Praticamente tutto ciò che noi sappiamo oggi ci conduce a escludere questa eventualità. La velocità della luce si presenta come una velocità limite. In effetti, anche dopo moltissimi giri negli acceleratori più potenti del mondo, le particelle subatomiche arrivano molto vicine alla velocità della luce ma non la superano né la raggiungono mai.
Ma chi può dirlo…

Tag: Galileo, velocità della luce


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