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Paolo CavalloL'ESPERTO DI FISICA

Circuitazione e forza elettromotrice

Maurizio ha una curiosità:

Sto studiando le equazioni di Maxwell, perché la formula della circuitazione del campo elettrico in presenza di campi variabili è uguale a quella della fem indotta? Leggi tutto »

Disciplina: Fisica Elettromagnetismo  del 26 Aprile 2010

Un ciclo termodinamico

Adriano ha un problema:

Si tratta del problema 6 del capitolo 6 del volume di Amaldi sulla Termologia: Una mole di un gas perfetto monoatomico esegue una trasformazione termodinamica corrispondente al ciclo Otto di un motore a scoppio. Del ciclo conosci VD = 8 dm3, pD = 6,5*105 Pa, VE = 2,5 VD, TB = 273 K. Il calore specifico cV a volume costante del gas vale 12,5 J/(mol*K).

  1. Determina il calore assorbito.
  2. Determina il calore ceduto.
  3. Determina il lavoro eseguito in un ciclo.
  4. Calcola il rendimento del ciclo. Leggi tutto »
Disciplina: Fisica Termodinamica  del 26 Aprile 2010

Particelle?

Giorgio ha una domanda:

Nello scontro in acceleratori fra protoni si rilevano una pletora di particelle, ora anche allo LHC si cerca la particella di Higgs. Ma se i protoni sono formati da 3 quark ritenuti elementari, da dove arrivano o meglio dove si trovano queste nuove particelle? Leggi tutto »

Disciplina: Fisica  del 19 Aprile 2010

Il lavoro è fatica

Cerissa si è incuriosita:

Sull’Amaldi, nel capitolo dedicato al lavoro, c’è un paragrafo che dice:

Se trasportiamo una cassa su per le scale, la fatica che sperimentiamo cresce sia all’aumentare del peso della cassa, sia all’aumentare della lunghezza della salita. [… P]erò, un uomo che porta una valigia lungo un percorso orizzontale compie un lavoro nullo, perchè la forza e lo spostamento sono perpendicolari. Naturalmente, per trasportare la valigia questa persona non fa una fatica nulla. In questo caso,quindi, la grandezza fisica lavoro non corrisponde alla nostra sensazione di fatica. La contraddizione è soltanto apparente: i nostri muscoli striati non sono in grado di bloccarsi e rimanere immobili per sostenere la valigia; mentre la trasportiamo, essa ci piega verso il basso e noi continuiamo a rispondere, anche senza accorgercene, con microscopici ma continui movimenti verso l’alto dei muscoli del braccio. In ognuno di questi spostamenti la forza che esercitiamo e lo spostamento sono paralleli, per cui il lavoro che compiamo è positivo. È la somma di questi lavori che noi avvertiamo come fatica.

Da quello che ho capito, se dice che il lavoro è positivo, significa che intende la forza del braccio che va verso l’alto e lo spostamento dei muscoli del braccio verso l’alto, anche se noi non ne ce accorgiamo sempre. Però, se per esempio stiamo fermi e teniamo in mano una valigia,oppure una borsa più leggera, ed abbiamo il braccio teso, dove sono i continui movimenti verso l’alto dei muscoli? E poi la forza che noi esercitiamo deve contrastare la forza peso, rivolta verso il basso, quindi non dovremmo compiere un lavoro resistente, e quindi negativo?
Capisco che queste potrebbero sembrare sottigliezze e magari la soluzione è che forza e fatica in fisica non coincidono, ma ormai la faccenda mi ha incuriosita perchè in classe abbiamo dibattuto un’ora senza trovare soluzione. Leggi tutto »

Disciplina: Fisica Meccanica  del 18 Aprile 2010
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