Giusy ha un problema:
Un oggetto puntiforme si muove su una traiettoria circolare di raggio R = 1 m ed accelera in maniera uniforme. Sapendo che la sua velocità angolare iniziale vale ω0 = 1,5 rad/s e che in 5 s percorre l'intera circonferenza per 3 volte
- Calcolare, per t = 10 s, il numero di giri di circonferenza fatti dall'oggetto ed il modulo della sua accelerazione.
- Si supponga adesso che la massa non acceleri più uniformemente ma che la sua velocità angolare segua la legge:
ω = ω0 + k·(t2)
L'oggetto fa, come prima, 3 giri di circonferenza in 5 secondi ed ω0 = 1,5 rad/s. Calcolare nuovamente, per t = 10 s, il numero di giri di circonferenza fatti dall'oggetto ed il modulo della sua accelerazione.
Ecco la mia risposta:
La relazione fra l'angolo Δθ descritto e l'accelerazione angolare α è la stessa che c'è fra la distanza Δs percorsa e l'accelerazione lineare a. Mentre in questo secondo caso si ha:
Δs = v0·t + ½ a·t2,
nel primo caso si ha:
Δθ = ω0·t + ½ α·t2.
Dalle informazioni iniziali ricaviamo α = (Δθ – ω0·t) / (½t2) = 0,91 rad/s2. In 10 s l'angolo descritto è Δθ = 60,5 rad, pari a 9,6 circonferenze.
Al punto 2, l'accelerazione angolare è uguale alla derivata della velocità angolare rispetto al tempo, α = 2k·t (da cui si ricava che il parametro k si misura in rad/s3). L'angolo descritto si può trovare integrando la velocità angolare rispetto al tempo:
Δθ = ω0·t +⅓ k·t3.
Sapendo che per t = 5 s, Δθ = 18,85 rad, si ottiene per k il valore 0,27 rad/s3. Dopo 10 s l'angolo descritto sarà pari a 105 rad, cioè 16,7 circonferenze, e α avrà raggiunto il valore 5,4 rad/s2.